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Natale 2016: Vetrina dal carcere19-11-2016 16:37

Stoffe in disuso, bottoni e cartoncini utilizzati per realizzare colorati addobbi natalizi “fai da te” che verranno esposti, nelle prossime settimane, nelle vetrine di venti attività commerciali della città. I protagonisti delle curiose creazioni non saranno, però, artigiani di mestiere bensì i detenuti della Casa Circondariale di Chieti che hanno partecipato al lodevole progetto: “Natale 2016: Vetrina dal carcere”, lanciato da Confcommercio Chieti in collaborazione con la Casa Circondariale teatina diretta da Giuseppina Ruggero. Una ventina di detenuti, nel dettaglio, ha preso parte ad un laboratorio formativo, che terminerà a fine mese, tenuto dalla professoressa Assunta Pelatti coadiuvata, per l’occasione, dalla sociologa Micaela Buffignani, consigliera di Confcommercio nonché delegata a seguire da vicino l’evolversi dell’interessante progetto promosso in accordo con la Casa Circondariale teatina. L’istituto penitenziario, di contro, ha coordinato i lavori del laboratorio formativo attraverso l’impegno profuso da Stefania Basilisco, Capo Area Educativa della Casa Circondariale e da Alessandra Costantini, Commissario Capo, Comandante della polizia penitenziaria. “Sono rimasta piacevolmente sorpresa dall’entusiasmo mostrato dai detenuti che hanno accolto la nostra iniziativa non lesinando impegno e mettendo tanta cura negli addobbi forgiati con materiali poveri donati dai nostri associati. Con poco, considerando le rigide regole di un carcere in cui, per ovvi motivi, non è stato possibile introdurre forbici, taglierini e colla a caldo, sono state realizzate- spiega Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti- palline di Natale, alberelli e, addirittura, presepi. In un periodo in cui le amministrazioni hanno difficoltà economiche che non consentono di illuminare e addobbare la città, Confcommercio ha ritenuto, con questo progetto, di dare un contributo per abbellire le vetrine dei negozi e renderle, così, più attrattive.” Ma la valenza del progetto è, soprattutto, di carattere sociale. “Questi ragazzi hanno tanta voglia di riscattarsi nella loro vita e di avere un contatto con il mondo esterno. Una caparbietà che, in un certo senso, appartiene- aggiunge Tiberio- anche alla nostra categoria che sta attraversando un periodo difficile, caratterizzato dalla cronica crisi dei consumi, e vuole, quindi, risalire presto la china.” Non basta. Il progetto “Natale 2016: Vetrina dal carcere” si prefigge di puntare una lente d’ingrandimento sul mondo delle carceri ricordando a tutti che esiste una realtà parallela alla nostra, un altro cuore che batte in città, con i detenuti che rappresentano una risorsa per la comunità in vista di un Natale finalmente di condivisione. La Direzione della Casa Circondariale di Chieti, da parte sua, ha accolto con entusiasmo il progetto perché esso rappresenta la creazione di un “legame” tra il carcere e la città, costruito attraverso gli addobbi natalizi che saranno esposti nei negozi cittadini durante un periodo particolarmente significativo nella vita della maggior parte delle persone. “Rinsaldare un patto di cittadinanza attiva tra i detenuti e il contesto cittadino rappresenta un obiettivo concreto a cui tendere, non solo per dare significato alla pena ma per guardare oltre la pena, con un esempio concreto di inclusione sociale e di progettazione di nuove opportunità. Il messaggio che proviene dalla realizzazione del Laboratorio in carcere e dalla realizzazione degli addobbi natalizi da parte dei detenuti della Casa Circondariale di Chieti è- precisa la Direzione della Casa Circondariale di Chieti- un messaggio di partecipazione e di spinta costruttiva, che rappresenta una premessa necessaria per chi aspira al futuro recupero di un suo “spazio” sociale. E’ per questo che il Direttore della Casa Circondariale, il Comandante e il Responsabile dell’Area Educativa ringraziano sinceramente la Confcommercio e coloro che hanno lavorato insieme ai detenuti ed allo staff della Casa Circondariale, per aver offerto una dimostrazione concreta di generosità e di cambiamento di prospettiva per un impegno che riguarda tutti; esempio al quale, in questo caso, i detenuti della Casa Circondariale di Chieti, hanno risposto con altrettanta generosità e partecipazione.”
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